I BOTTONI DI COROZO
Il corozo è, forse, il materiale più usato per i bottoni nella sartoria su misura. E’ di origine vegetale, viene ricavato dei semi di una palma (Phitelephia Macrocarpa) che nasce in America Latina nella fascia equatoriale atlantica in particolare nell’Equador.
Grande come un uovo, il seme viene fatto essiccare per circa 45/50 giorni, tagliato in rondelle, tornito per raggiungere la forma desiderata.
Il corozo viene anche chiamato avorio vegetale dal colore del seme.
I bottoni di metallo
I nostri bottoni sono principalmente in zama, su richiesta anche in ottone.
Speciali punzoni permettono di ottenere i disegni curati nei minimi particolari, possono essere galvanizzati nei classici: oro, argento, nikel, nikel free, ottone antico o canna di fucile, rame, smaltati a più colori.
Possono essere rifiniti sabbiati, satinati o lucidati a specchio.
I bottoni di corno
Il corno più usato, il cui nome scientifico è BUBALUS BUBALIS, viene ricavato dalle corna di mucca e di bufalo. Proviene soprattutto dall’India anche se il più pregiato è il corno africano di gnu o mucca. Il corno africano è, generalmente, di colore bianco e nero, raramente grigio. Il corno indiano è di vari colori dal biondo sino ad arrivare al marrone o nero. Il corno di mucca si presenta con colore a macchie, mentre quello di bufalo ha striature o venature centrali. Per la lavorazione del corno, viene tagliata la parte iniziale della punta, utilizzata per la produzione di alamari, la parte centrale tagliata in senso orizzontale tale da formare delle rondelle utilizzate per la tornitura di bottoni di varie forme, lineati e spessori. La parte del corno, più vicina alla testa dell’animale, viene tagliata, invece, in senso verticale ed aperta con una fonte di calore, poi pressata per ottenere una lastra da cui ricavare rondelle o placchette per la produzione di bottoni o fibbie.
Le rondelle di lastra sono più fragili e meno pregiate di quelle di punta, ma più costose perchè richiedono maggiore lavorazione.
Oltre al corno viene lavorata anche l’unghia che però avendo pochissime venature è meno pregiata e viene utilizzata, principalmente, per la produzione di oggetti di bigiotteria. Lo scarto di lavorazione viene frantumato e polverizzato per ottenere fertilizzante biologico.
I bottoni di madreperla
La madreperla è la parte interna, dura e iridescente della conchiglia di alcuni molluschi bivalvi marini o gasteropodi (a conchiglia univalve).
E’ composta da sottili lamine di carbonato di calcio che si alternano in forma di calcite e aragonite.
La particolare struttura a lamelle dell’aragonite determina la tipica iridescenza della madreperla.
Le conchiglie più usate per la fabbricazione dei bottoni sono quelle del Trocus niloticus (principalmente per camiceria), Pinctata margaritifera, Turbo marmoratus e Haliotis.
I bottoni fabbricati con le Haliotis (chiamate anche orecchie di mare) sono quelli più appariscenti per effetto delle iridescenze che vanno dall’azzurro al verde e al violaceo.Dalle conchiglie vengono ricavati dischetti di diverse misure per essere trasformati in bottoni.Lo scarto di lavorazione viene polverizzato per essere utilizzato, in cosmesi, per ciprie e ombretti.
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